Bibliografia
Mildred L. Larson, A Guide to Cross-Language Equivalence. Second Edition. Lanham - New York -Oxford : University Press of America; 1998: pp. 97-107
John Beekman and John C. Callow, Translating the Word of God: With Scripture and topical indexes. grand Rapids: Zondervan; 1974 : cap. 5.
Marjorie Crofts, "Some considerations in translating 'body' in 1 Corinthians". Notes on Translation 19: 40-49
Mildred L. Larson, with Ellis W. Deibler and Matjorie Crofts, Meaning-Based translation Workbook. Biblical Exercises, Lanham - New York - Oxford : The Summer Institute of Linguistics and University Press of America; 1998 : pp. 39-47.
9.1 Non equivalenza tra referenti
9.2 Non equivalenza fra aree semantiche
9.3 Non equivalenza culturale fra unità lessicali
Esercizi
Anche se le medesime COSE, EVENTI, ATTRIBUTI possono esistere nel mondo referenziale o della realtà delle due lingue in questione, tuttavia il sistema linguistico di riferimento delle due lingue può non corrispondere anzi raramente corrisponde punto per punto.
Per limitarci ad un semplice esempio: ai due termini "donna" e "moglie" corrisponde un solo termine greco "gyné". È chiaro che a seconda dei casi questo unico termine greco sarà tradotto ora "donna" ora "moglie" a seconda delle componenti di senso che il contesto indica.
Le parole di una lingua si raggruppano per rassomiglianze e per contrasto e le relazioni che le connettono sono di varia natura. Esse sono molto tenui quando appare che certe parole si trovano sovente insieme ad esempio quando si parla di un certo argomento. Si ha così un vocabolario che riguarda l'agricoltura e uno che riguarda l'industria. All'interno del linguaggio dell'agricoltura, poi, si avrà un vocabolario della semina e uno del raccolto, e così via.
Oltre a queste relazioni di agomento, ci sono però dei sottogruppi di vocaboli che sono connesi in modo molto stretto in quanto i loro componenti di senso si sovrappongono in parte. Si pensi ai vari tipi di un medesimo strumento per compiere una medesima azione: vari tipo di aratro, o vari tipi di cacciavite... Tutti queti termini possono essere strutturati secondo una relazione tassonomica di parte-tutto, o generico-specifico, ecc.
Il traduttore deve confrontare il sistema della lingua di partenza con quello relativo della lingua di arrivo. Anche quando due termni sembrano equivalenti, bisognerà fare attenzione a quelle componenti di senso che non si corrispondono nei due sistemi.
Abbiamo già notato che diverse lingue hanno diverse concentrazioni di vocaboli a seconda della cultura, della situazione geografica e del modo di pensare della gente. Un paese di pescatori avrà molte parole caratteristiche per indicare le diverse specie di barche o di reti o di pesci, mentre un paese di montagna e di pastori avrà soltanto dei termini generici e forse unici per indicare ognuna delle realtà corrispondenti.
Bisogna però fare attenzione ad un ulteriore fenomeno. Una parola che sembra corrispondere ad un'altra parola in un'altra lingua, anche per le componenti fondamentali e differenziali di senso, in realtà possono non essere affatto equivalenti. Ad esempio, "casa" "oikos" "numuno" indicano sempre una "casa" sia in italiano sia in greco sia nella lingua della Nuova Guinea, cioè hanno in comune sia la componente di senso generale di /costruzione/ sia la componente più specifica di /luogo in cui abitano delle persone/. Tuttavia, gli oggetti culturali di riferimento sono in realtà molto diversi nell'immaginario di chi parla le diverse lingue, e finalmente una casa della Nuova Guinea o di un villaggio africano non possono proprio dirsi la stessa cosa di una casa dell'epoca vittoriana o rinascimentale.
In tal modo, la frase del libro degli Atti degli Apostoli, secondo cui Pietro si trovava nella parte superiore della casa a pregare, avrà bisogno di un certo aggiustamento quando si userà il termine "numuno" della Nuova Guinea, dove sarebbe un po' problematico immaginare Pietro in posizione di preghiera sopra un tetto tondo e a punta, tipo le "pinnete" sarde. Il fatto analizzato da un punto di vista linguistico è che la componente /tetto piano/ non ha valore contrastivo o differenziante in greco o in italiano quando si parla di "case", mentre invece ne ha quando si confrontano le costruzioni greche o italiane con quelle della Nuova Guinea.
In alre parole, ciò che può sembrare soltanto una componente incidentale nell'analisi di una unità lessicale di una singola lingua, può invece rappresentare una componente differenziale nel confronto tra due lingue.
Il traduttore non dimenticherà mai che egli ha a che fare non con concetti di una sola lingua, ma con concetti appartenenti a due sistemi linguistici diversi. Per rendersi conto della necessità di conoscere bene i due sistemi, si pensi, per fare un esempio macrocospico, al problema di tradurre in modo accurato i termini dei vari gradi militari da una lingua in un'altra. Una traduzione letterale termine a termine creerebbe una confusione tale da far pensare ad un colpo di stato o a una rivoluzione nell'ordine gerarchico.
I significati esistono soltanto all'interno di un sistema di differenze.