Indice delle Lezioni
Lezione 2 - Tipi di traduzioneTestoEsercizi: html pdfEsercizi Bibliografia Larson, Mildred L., A Guide to Cross-Language Equivalence. Second Edition. Lanham - New York -Oxford : University Press of America; 1998. pp. 3-15. Buzzetti, Carlo, La Bibbia e la sua traduzione. Studi
tra esegesi , pastorale e catechesi, Torino: Editrice Elle Di Ci;
1993: Baker, Mona, ed., Encyclopedia of Translation
Studies, London and New York : Routledge; 1998 :
2. Tipi di Traduzione
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Testo |
Lezione 2 - Tipi di traduzione |
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2.1 |
2.1 Letterale vs idiomaticaNella precedente unità, si è visto come un testo una forma e un
significato. In modo parallelo, ci sono due tipi di traduzione: una basata sulla
forma, una basata sul senso. Una traduzione interlineare è una particolare traduzione formale, che per scopi pedagogici di studio linguistico riproduce pedissequamente e in modo sequenziale ogni forma del testo di origine. Fatta eccezione per le traduzioni interlineari, le traduzioni completamente formali sono rare e pressochè impossibili, poiché anche i traduttori che diciarano di voler fare una traduzione formale, in realtà hanno sempre prodotto traduzioni parzialmente letterali. Essi ad esempio introducno modifiche di ordine e di grammatica in modo da usare una struttura di frase accettabile nella lingua di arrivo. Ciò che in genere resta più facilmente tradotto formalmente sono gli items lessicali, anche se non di rado vengono anche qui introdotte delle modifiche per evitare equivoci o frasi senza senso o per migliorare la comunicazione. Esempi: se ne potrebbero trovare in abbondanza nella traduzione del Cuccu, che si vuole formale. Una traduzione idiomatica usa le forme naturali della lingua di arrivo, sia per quanto riguarda le costruzioni grammaticali sia per quanto riguarda la scelta delle parole. Una traduzione veramente idiomatica potrebbe anche non apparire nemmeno come una traduzione, ma come un testo scritto originalmente nella lingua del destinatario. NB. Si potrebbe discutere questa affermazione, quando si tratta di testi antichi come quelli biblici: dare al lettore l'impressione che si stia leggendo un testo "autonomo" e "contemporaneo", tutto sommato, non sembra coerente con lo scopo globale della traduzione biblica stessa. Si potrebbe approfondire questo punto. In realtà le traduzioni sono sovente di tipo misto: come non è facile tradurre sempre in modo formale, così non è facile tradurre coerentemente sempre in modo idiomatico. Ogni traduzione perciò andrà situata su un continuum che da un estremo all'altro includerà i diversi gradi di equivalanza formale e dinamica e dei loro usi misti: FS = Formale Spinta ; FC = Formale Coerente ; FM = Formale con Modifiche (fino a Misto Incoerente); DM = Dinamica con Modifiche (fino a Misto Incoerente); DC = Dinamica Coerente ; DS = Dinamica Spinta (fino a parafrasi inappropriata per qualche aspetto)
Una traduzione indebitamente libera non è accettabile. Una traduzione è troppo libera quando in essa vengono introdotte informazioni estranee al testo sorgente, modifiche di senso, distorsioni di fattori appartenenti alla situazione storica o culturale dell'ambiente del testo di origine. Talvolta, tuttavia, una simile traduzione può essere utile, ma solo provvisoriamente, per raggiungere particolari scopi. Lo scopo di un traduttore è quello di fare una traduzione idiomatica, cioè quello di esprimere in modo naturale nella lingua di arrivo il senso del testo di partenza. Soprattutto per un traduttore familiare con i testi biblici, è però sempre in agguato il pericolo di interferenze da parte della forma del testo sorgente. Sarà necessario così fare attenzione a introdurre tutte quelli adattamenti che si verificheranno opportuni. Solo come introduzione agli ulteriori approfondimenti, segnaliamo qui alcuni esempi di adattamenti sul piano grammaticale e lessicale. |
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2.2 |
2.2 Traduzione delle caratteristiche grammaticaliOgni lingua ha una propria struttura o organizzazione degli elementi che la costituiscono. Ad esempio, le lingue indo-europee hanno molti nomi che in realtà si
riferiscono ad azioni, altre invece preferiscono esprimere le azioni con
verbi, e in tal caso sarà necessario introdurre i soggetti e gli oggetti
appropriati. Molte lingue hanno una classe di parole che stanno al posto di altre parole,
in genere al posto di un nome (pronomi). Ora tali forme pronominali variano
molto da lingua a lingua. Alcune lingue distinguono per esse delle forme diverse
a seconda del numero singolare, plurale e duale, oppure hanno forme diverse
quando ci si riferisce a persone con un particolare senso di rispetto o di
onore. In questi casi per tradurre correttamente bisognerà conoscere bene non
solo il contesto grammaticale ma che il contesto culturale delle due lingue di
partenza e di arrivo. Altre volte sarà necessario cambiare l'ordine degli elementi che costuiscono una frase, oppure (e sarà vero soprattutto per la traduzione in sardo della Bibbia) sarà opportuno trasformare le frasi passive in attive, facendo attenzione a quello che è il punto di attenzione del testo.
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2.3 |
2.3 Traduzione delle caratteristiche lessicaliOgni lingua ha la sua struttura lessicale, e pùo avere una maggiore o minore
ricchezza di frasi idiomatiche, segnificati secondari, metafore, ecc. In tutti
questi casi una parola convoglia un senso diverso da quello che essa ha
primariamente e letteralmente. I nomi degli animali hanno sovente un uso metaforico nelle varie lingue, ma non sempre le metafore corrispondono, così si dovrà fare attenzione alla struttura simbolica delle due lingue e delle due culture. Conclusione. Considerata la complessità delle strutture delle lingue, per produrre una traduziona adeguata sarà necessario anzitutto comprendere bene il lingaggio di partenza e fare un'analisi semantica accurata del testo da tradurre e poi verificare quale è il modo più naturale per esprimere lo stesso senso nella lingua di arrivo.
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Sommario |